Mastery learning e problem solving | Concorso docenti

mastery learning e problem solving

Mastery learning e problem solving.

Nell’articolo di oggi cercherò di farvi entrare nella didattica attiva.

Cosa significa didattica attiva?

Abbiamo già detto più volte cosa significhi didattica attiva. Significa che il focus si è spostato dall’insegnante all’alunno.

Attraverso una partecipazione attiva, i ragazzi apprendono di più, soprattutto in termini di competenze, ovvero, di conoscenze e abilità che fanno parte del patrimonio culturale di ciascuno.

La scuola, è costituita da una pluralità di soggetti che presentano bisogni diversi, di cui ciascun insegnante deve tener conto.

Mastery learning e Problem Solving

Tra i metodi che gli insegnanti possono utilizzare, a seconda delle realtà della classe, troviamo ad esempio, il Mastery Learning.

Il Mastery Learning ha un vissuto di individualizzazione di cui teorizzò Bloom, il quale nel definire gli obiettivi nel processo di insegnamento/apprendimento, aveva stabilito una sorta di tassonomia, ovvero, una classificazione degli obiettivi.

Questa tassonomia era in relazione, sia agli aspetti cognitivi, sia a quelli psicologici e comportamentali.

Quella più diffusa fu la tassonomia cognitiva che è costituita da più obiettivi da acquisire in relazione a:

  • Conoscenze
  • Competenze
  • Applicazione
  • Analisi
  • Sintesi
  • Valutazione

Da questo metodo o metodo di individualizzazione, è scaturito il metodo Mastery Learning che è un metodo per la padronanza in termini di acquisizione.

Ascolta “Mastery learning e problem solving | Pt.4 Professoressa Piazza” su Spreaker.

Cosa fa l’insegnante quando mette in atto la strategia del Mastery Learning?

L’insegnante fa in modo che tutti i ragazzi che costituiscono la classe, possano raggiungere gli obiettivi che sono stati pianificati.

Per coloro che necessitano tempi più lunghi di apprendimento, i contenuti dell’unità didattica vengono parcellizzati, in modo che essi possano essere più assimilabili nel rispetto di tempi e del contesto classe.

L’insegnante, quindi, divide i vari contenuti dei diversi obiettivi, in obiettivi minimi.

I contenuti brevi, vanno di volta in volta testati e allorché non superino l’85% dell’esattezza, i ragazzi dovranno ripetere il test fino a raggiungere gli obiettivi stabiliti nella programmazione.

La Valutazione del Master Learning

La cosa importante da ricordare per ciò che concerne il Mastery Learning è la valutazione.

Valutazione che non è sommativa, bensì formativa, nel senso che consente all’insegnante di verificare gli obiettivi raggiunti dai ragazzi ed eventualmente rimodulare gli obiettivi, secondo le dimensioni e le potenzialità degli alunni stessi.

Il Problem Solving

Un altro metodo importante che vede i ragazzi attivi nel processo di apprendimento è il Problem Solving, ovvero, la soluzione dei problemi che vengono presentati dai docenti.

Questo metodo contiene e comprende delle fasi ben precise.

  • Si parte dal problema
  • Successivamente si prende coscienza del problema, di quali siano le cause
  • Poi si ipotizzano soluzioni diverse
  • Si scelgono le situazioni e le soluzioni più valide per quel determinato problema
  • Alla fine si pianifica il da farsi.

Ovviamente, se esprimiamo questo metodo in maniera teorica, probabilmente riusciamo poco a comprendere nella didattica, il come fare.

È ovvio che la domanda-problema è posta dall’insegnante che comincia a pianificare il lavoro.

Esempio pratico | Mastery learning e problem solving

Se trattiamo, ad esempio, un lavoro di lingua italiana, si può iniziare da un libro, da un testo di narrativa e far leggere ai ragazzi per far comprendere i personaggi che si desumono dal racconto; poi il docente blocca i ragazzi laddove questi personaggi presentino dei problemi.

La domanda logica è la seguente:

“Come hanno risolto questi personaggi il problema? Come fareste voi a risolvere lo stesso problema?”

Quindi, da li scaturisce una serie di risposte, di ipotesi, che poi saranno confrontate con la soluzione data dall’autore del libro.

Questo riguarda anche altre discipline.

Se ad esempio, nella scuola primaria volessimo trattare i colori, potremmo iniziare, ad esempio, dai colori del semaforo.

Perché il rosso, il giallo e il verde sono stati scelti come colori del semaforo?

Quindi si inizia una ricerca.

I ragazzi cominciano a fare una ricerca dando soluzioni e risposte diverse sino a quando si scelgono quelle più vicine alla realtà, con l’aiuto del docente, e quindi, si sviluppa l’unità di apprendimento intorno ai colori, a partire da uno strumento qual è il semaforo.

Il lavoro del docente | Mastery learning e problem solving

È chiaro che ci vuole sempre l’intervento del docente che solleciti il problema e poi il coinvolgimento di tutti i ragazzi avviene per esprimere le opinioni personali.

Quando c’è la partecipazione attiva, l’apprendimento diventa più stimolante e gli alunni sono decisamente più coinvolti nell’apprendere.

Molte sono le domande che potremmo porre ai nostri alunni per sollecitare la problematizazzione, la capacità critica, la creatività che sono aspetti importanti contenuti nella normativa, nelle indicazioni nazionali per il curriculo ma anche prescritti e indicati dall’Europa.

Spero che questo articolo su Mastery learning e problem solving ti sia stato d’aiuto.

Vuoi che parli di una lezione in particolare? Scrivilo tra i commenti e io vedrò di realizzarne una nuova video lezione e un nuovo articolo.

Inoltre, ti invito a visitare il mio canale YouTube dove troverai altre lezioni ricche di contenuto.

Buono studio,

Professoressa Piazza

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